L’intelligenza artificiale al servizio degli avvocati

 L’intelligenza artificiale al servizio degli avvocati

L’intelligenza artificiale trova applicazione nel settore della giustizia, con strumenti che potrebbero affiancare il giudice nella fase decisoria o gli avvocati nell’istruzione di una pratica. Attualmente sono già due gli impieghi del machine learning a supporto dell’attività nei tribunali.

La prima consiste nell’analisi e predisposizione automatica di atti, documenti. Siamo dalle parti del diritto commerciale e civile. Lo studio Portolano Cavallo ha adottato da tre anni AI Luminance, un software di intelligenza artificiale. «È un a piattaforma che usiamo in modi specifico per le due diligence» racconta al Sole 24 Ore il socio fondatore dello studio milanese Francesco Portolano – e pensiamo davvero che questo tipo di tecnologia migliorerà la nostra professione».

Durante una dimostrazione il programma ha «caricato» tremila documenti che descrivano la vita di una medio-piccola azienda. In una quindicina di minuti questa mole di informazioni è stata letta e classificata. Sul display tremila documenti vengono «digeriti» in pochi minuti e vengono visualizzati in modo da aiutare l’avvocato a capire dove ci può essere una anomalia o un errore. In questo senso non ci allontaniamo troppo dalla metafora del medico.

Sul mercato esistono altri software che leggono e analizzano documenti legali. Negli Stati Uniti LawGeex ha contrapposto un algoritmo basato sull’intelligenza artificiale a venti avvocati esperti in diritto societario, al fine di individuare, nel minor tempo possibile, l’esistenza di clausole potenzialmente invalidanti in contratti coperti da stringenti accordi di riservatezza. Il computer avrebbe battuto gli avvocati in termini non solo di velocità, ma anche di accuratezza delle risposte. In questi casi non si parla di giustizia predittiva o giudici robot. Siamo in ambiti specifici dove l’Ai serve «solo» per automatizzare alcuni compiti.

Anche nel settore tributario esistono delle controversie che potrebbero essere affrontate in modo «automatico» o quasi. Come per esempio i ricorsi verso avvisi di accertamento originati da verifiche bancarie. Cosa è cambiato? «Continuiamo a leggere tutto – spiega Stefano Spaggiari di Expert Systems – ma rispetto al passato risparmiamo tempo. Si elimina il lavoro a basso valore aggiunto, se prima dovevi aprire tutti i documenti per capire se soggetti alla legge italiana o turca. Con il software si fa in pochi minuti».

Anche la reportistica avviene in modo collaborativo, nel senso che gli avvocati analizzano e commentano i documenti nello stesso ambiente di lavoro. Ma il vantaggio in prospettiva è quello di insegnare alla macchina a riconoscere la difformità nei contratti, a segnalare il documento che si discosta dallo standard e quindi va aperto e analizzato dall’avvocato. Per un computer è facile farlo.

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