Le nuove strategie per un futuro che è già qui al centro dell’evento “Back to the New Present” organizzato da Icat Academy
In pochi mesi, da inizio dell’anno, il futuro è entrato prepotentemente nella vita delle persone, delle aziende, delle organizzazioni e della società. La pandemia, oltre a rivoluzionare progetti e strategie, ha imposto di fermarsi e riflettere su cosa e come pianificare in un clima di forte incertezza. Questo è lo scenario in cui si sono confrontati il 22 ottobre sei professionisti all’interno del primo appuntamento ComMeet organizzato dall’Academy di Gruppo Icat. Il nome dell’evento – “Back to the New Present” – esprime al meglio il concetto che dobbiamo fare i conti con un nuovo presente. Al tavolo si sono confrontati esperti di innovazione digitale, futuristi e imprenditori per aiutare il pubblico collegato sul canale Youtube ad avere spunti di riflessione per impostare il domani di imprese, negozi, servizi.
«Il contributo di persone con competenze diverse ma complementari – sottolinea Alessandra Veronese, Direttore dell’Academy di Gruppo Icat – è l’espressione dell’approccio che gli incontri ComMeet portano avanti: un momento di condivisione, riflessione e confronto per esplorare scenari attuali e futuri. Il primo incontro è stato focalizzato sulle evoluzioni a cui assisteremo nell’esperienza di acquisto e nel rapporto azienda-consumatore e alle sfide a cui le imprese saranno chiamate a rispondere dotandosi di nuove competenze. Il tutto con uno sguardo a un futuro lontano, per poterci preparare per tempo a partire da oggi. Il valore aggiunto è stato dato dai relatori che sono intervenuti e che hanno, ognuno con la propria esperienza, fatto luce su aspetti rilevanti per imprenditori, manager e professionisti della comunicazione e del marketing».
Il mondo del retail e dei consumi è forse quello che per primo sta vivendo cambiamenti epocali, che erano già in atto e che sono stati accelerati in maniera vertiginosa dal Covid. Benedetta Greggio, Direttore di Strategia di Gruppo icat, presentando una ricerca dell’Osservatorio di Gruppo Icat sul mondo Retail, ha sottolineato: «Da gennaio ad aprile 2020 il numero di nuovi clienti nel web è aumentato di 2 milioni e il valore del mercato on-line ha raggiunto i 22,7 miliardi di euro, con un incremento del +26% rispetto al 2019. Sorprendente, inoltre, quanto gli acquisti da smartphone siano cresciuti: dal 2019 al 2020 hanno avuto un balzo del 43%, passando da 9 a 12,8 miliardi. Altri dati fotografano fenomeni singolari come l’aumento delle ricerche on line con la parola chiave “vicino a me” che hanno dato nuova linfa ai concetti di prossimità. A questi dati si devono aggiungere anche gli aspetti qualitativi che vedono i retailer protagonisti di cambiamenti radicali nella loro offerta di prodotti e di servizi. Il consumatore, come lo conoscevamo, è sparito e oggi chiede alle aziende, sia di produzione sia di vendita, un nuovo approccio fondato su valori di trasparenza e sostenibilità e la possibilità di fare esperienze di acquisto emozionali».
Allenarsi al futuro per aziende e società. Il contributo dei sociologi e futuristi
Uno degli interventi che più ha riscosso interesse è stato quello del sociologo e futurista Roberto Poli Professore ordinario presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università di Trento, seguito da un approfondimento di Antonio Furlanetto, Ceo di Skopìa ed esperto di Risk Management.
Poli e Furlanetto hanno delineato quali sono i megatrend che stanno emergendo e che riscriveranno la società, i consumi, le relazioni e gli spazi nel futuro più remoto. «Avere uno sguardo lungo sul futuro – sottolinea Roberto Poli – permette di prepararsi ad affrontare i cambiamenti, a non subirli, e a lavorare giorno per giorno. I cambiamenti, per esempio quello della cultura aziendale, hanno bisogno di molto tempo, non bastano 6 mesi e quindi bisogna lavorare giorno per giorno. Un secondo aspetto è che non tutti i cambiamenti si possono prevedere, come per esempio il Covid, e soprese ce ne saranno sempre. Ci saranno cambiamenti che non siamo in grado di vedere, ma bisogna essere consapevoli che di sicuro di saranno. Quindi le aziende e più in generale le organizzazioni devono fare due cose: abituarsi a guardare lontano e “inserire” nel proprio progetto l’eventualità di un evento inaspettato».
Nell’intervento sono stati disegnati alcuni tratti che la società potrebbe assumere. In primis il progressivo invecchiamento della popolazione. Se nel 2015 l’aspettativa di vita media alla nascita era di 83,5 anni, nel 2050 sarà di 87,2 e nel 2100 raggiungerà i 93,1. Già nel 2050, la popolazione con più di 60 anni sarà del 56%. L’invecchiamento, quindi, sarà il nuovo mercato. Inoltre, nel futuro più vicino (già dal 2030), la maggior parte della ricchezza sarà posseduta dalle donne e già oggi, negli USA, il 40% delle donne sposate guadagna di più degli uomini. Di conseguenza chi comprenderà meglio le donne come risparmiatrici, investitrici e consumatrici avrà un forte vantaggio competitivo. Altro trend sarà il cibo come Commodity: infatti, la pressione sui prezzi, le politiche di sostenibilità, la questione etica, la tendenza nelle nuove generazioni (in certe aree geografiche) a partire dai Millennials e Gen Z che “non vogliono cucinare” (così come non vogliono guidare cioè prendere la patente) potrebbero portare a cambiamenti ben oltre il settore stesso del retail online e delle abitudini di consumo, come ad esempio anche a progettare le case senza una vera e propria cucina (cibo già preparato, precotto, porzionato). Altro ambito è il packaging. La domanda posta durante il ComMeet è importante: perché il maggior onere dello smaltimento delle confezioni deve ricadere ancora sul consumatore e sullo smaltimento pubblico (o privato) dei rifiuti? Una risposta potrebbe arrivare dallo smart packaging che prevede alcuni concetti chiave come la ricerca e sperimentazione di nuovi materiali sostenibili, la promozione del concetto di riuso, la dematerializzazione e spostamento di alcune funzioni su altri supporti (su etichette, sugli smartphone, su pannelli luminosi, ecc.) e la metamorfosi della confezione che diventa il nuovo veicolo di connessione tra domanda e offerta perché usa la nuova moneta di scambio: i dati (di scelta, di viaggio, di contatto con il cliente finale, ecc.).
Il mondo retail, i nuovi consumatori e il fashion: il futuro è phygital?
Oggi il consumatore si sta evolvendo in modo repentino. I brand e tutta la filiera devono rimodellare modelli di business e di comunicazione per riuscire a intessere una relazione forte e fidelizzata con le persone. Laura Puricelli, Digital Strategist e Innovation Manager, ha sottolineato come oggi i consumatori si aspettano dai brand uno storytelling autentico, che ne racconti la storia, i valori fondanti, e la visione in modo personale e trasparente e allo stesso tempo contemporaneo e interattivo. Le aziende, oggi e domani, dovranno affinare quella che si chiama Brand Intimacy: un rapporto stretto, familiare, con i propri consumatori attraverso un dialogo costante. Un focus particolare è stato posto da Andrea Doroldi – Docente e Senior Consultant nel settore moda – che ha fatto una panoramica completa di come tutto il comparto fashion (dalla produzione alla distribuzione e ai consumatori) si sia evoluto da prima della pandemia a dopo la pandemia, individuando 11 punti chiave che descrivono il nuovo consumatore e che, di conseguenza, ridefiniscono il ruolo di brand e di tutta la filiera. Il primo è la ricerca di brand etici e trasparenti; inoltre, già ora ogni interazione con le marche sarà da mobile e una grande diffusione avranno i video (secondo Cisco l’82% dei contenuti fruiti on line sarà video) e i social, da sempre usati per l’ispirazione, diventeranno un tool per gli acquisti. Sempre più centrale sarà il peso degli influencer che diventeranno anche co-creatori di brand (Influencer Brand). Il consumatore, inoltre, chiederà una forte personalizzazione dei prodotti e delle esperienze e sarà sempre più portato a scegliere in base alle recensioni e alla cosiddetta “comunicazione passaparola”. Anche per i beni di lusso e fashion sta emergendo il fenomeno dell’usato, il mix&match fra stili e fasce di prezzo e sta crescendo la sensibilità verso i temi della diversity e inclusion. In generale, non sarà più il brand ad avere in mano il controllo delle relazioni con i clienti: i consumatori chiedono di essere messi al centro. Un viaggio nel presente più evoluto e digitalizzato è quello che ha offerto Lorenzo Corazza, fondatore della Software House Change2, che ha presentato alcune soluzioni hitech, applicate al mondo fashion, per far vivere esperienze immerse attraverso la realtà aumentata: le persone, già oggi, possono visitare showroom totalmente virtuali, indossare orecchini da remoto o direttamente sui social (grazie a tecnologie Try-On), sempre in ottica di personalizzazione si potrà usare un configuratore 3D per disegnare il proprio prodotto. Di fattore umano, di cultura e innovazione digitale, invece, ha parlato Anthony Saccon – Executive con più di 20 anni di esperienza nel mondo del lusso. Il suo messaggio ha raccontato, dal punto di vista dei valori fondanti, quali sono i tratti distintivi del successo economico e imprenditoriale del Nord Est, un modello di sviluppo basato su fiducia, collaborazione e innovazione. Oggi questo modello può beneficiare di tutte le innovazioni tecnologiche e contaminarsi con il mindset delle start up per proporre un nuovo concetto di imprenditorialità che Saccon definisce “Exponentional Startupper”.
ComMeet, Evolution, Envision, Future Trends e Learning Factory: i cinque pilastri di Icat Academy
L’evento del 22 ottobre è il primo appuntamento organizzato dall’Academy di Gruppo Icat, la nuova divisione dell’agenzia nata per proporre eventi e formazione. La proposta culturale dell’Academy si struttura attorno a cinque pilastri. Il primo, ComMeet, è la serie di eventi dedicata a manager e professionisti della comunicazione e del marketing, che affronta i topic più attuali con l’aiuto di esperti del settore. Il secondo, Evolution, è un format con eventi verticali sul mondo digital e web marketing e tecnologie: gli appuntamenti affrontano le dinamiche, i metodi e gli strumenti per muovere tutte le leve offerte dal mondo on line. Envision, invece, è un osservatorio che ogni anno approfondisce due temi specifici attraverso l’analisi e lo studio multidisciplinare su un fenomeno del marketing e del business, nell’ottica di conoscerne in modo approfondito le opportunità, le criticità e le dinamiche e, di conseguenza, sviluppare strategie di marketing e di comunicazione efficaci e proficue. Future Trends è un think-tank interno all’agenzia, votato a collaborare con docenti ed esperti per cogliere le macro-tendenze in atto e anticipare quelle future, con l’obiettivo di strutturare servizi innovativi per far crescere il business delle aziende. Learning Factory, infine, è un progetto, nato in collaborazione con la società Upstairs guidata dalla Business Trainer Veronica Verona, che supporta le aziende attraverso l’attivazione di Academy interne e percorsi di long life learning.