Boscaro su approvazione AI Act: “Primo passo per adozione responsabile e duratura dell’intelligenza artificiale in Europa”
Andrea Boscaro, consulente e formatore esperto di temi digitali, commenta il via libera dell’UE al regolamento sull’AI.
“Con l’approvazione dell’AI Act, l’Unione Europea si pone all’avanguardia nel tentativo di regolamentare l’impiego dell’Intelligenza artificiale in molteplici impieghi della vita sociale ed economica del continente.
L’atto è frutto di un processo legislativo che ha dovuto tenere conto dell’avvento di Chat GPT. Una svolta che ha impresso un’accelerazione nello sviluppo e nella conoscenza dell’Intelligenza artificiale, rispetto alla quale l’AI Act rappresenta il primo passo per una sua adozione responsabile e duratura in Europa.
Gli utenti del più noto strumento di Intelligenza artificiale generativa hanno ora l’obbligo di dichiarare di aver utilizzato il tool per creare un contenuto. Per Open AI, dunque, si rende necessario il contrassegno di testi, immagini, video e altri materiali creati con il suo aiuto. Al momento, la tecnologia che OpenAI ha messo a disposizione per riconoscerli (AI Classifier) non risulta pienamente efficace: a detta dell’azienda, riconosce solo il 26% dei testi in inglese con percentuali inferiori per le altre lingue. Forse anche in previsione di questo requisito, Google ha deciso di non includere l’Europa fra i primi Paesi in cui rilasciare Google Bard e le altre funzionalità basate sulla AI.
Il provvedimento si pone l’obiettivo di regolamentare un perimetro di tecnologie di AI più ampio di quelle legate all’Intelligenza artificiale generativa, dal social scoring al riconoscimento facciale, richiamando una serie di valori comunitari: trattamento dei dati personali e sicurezza nel loro uso in primis. Nell’utilizzo di Chat GPT e degli strumenti equivalenti sarà sempre più stringente la verifica del rispetto di questi aspetti. Ci si può dunque attendere che il confronto che ha avuto luogo fra OpenAI e il Garante della Privacy italiano sarà seguito da nuove indagini, in più settori, così da affrontare aree attualmente grigie. Una di queste, ad esempio, è la normativa sul diritto d’autore. Cause attualmente in corso, come quella che vede la società Stability AI accusata di aver utilizzato le immagini di Getty Images per addestrare i propri algoritmi, invocano chiarimenti a cui l’AI Act risponde richiedendo ai diversi strumenti di indicare le fonti a cui hanno attinto, rendendo in tal modo necessari provvedimenti che ne determinino i limiti e le modalità d’uso”.