Buone notizie dalla Nuova Zelanda: grazie alla sigaretta elettronica diminuiscono i fumatori
La premier neozelandese Jacinda Ardern ha recentemente annunciato l’ambizioso obiettivo della sua squadra di governo nella lotta contro il fumo: raggiungere lo smoke-free entro il 2025. Un proposito non certo semplice da realizzare ma, come si dice, la fortuna aiuta gli audaci. Ciò su cui fa affidamento il Primo Ministro è la sigaretta elettronica (chiamata anche e-cig).
“Sappiamo che la sigaretta elettronica sta facendo la differenza per quelli che ora smettono di fumare e quindi è uno strumento importante”. Questo è quanto ha affermato Ardern durante un’intervista, dimostrando di avere le idee ben chiare a riguardo. Una conferma arriva anche dalla New Zealand Health Survey 2020/2021 – un’indagine condotta per monitorare la situazione – che ha riscontrato un calo significativo del numero dei fumatori proprio grazie all’e-cig.
Più precisamente, la percentuale dei fumatori è passata dal 13,7% al 10,9%, quelli quotidiani dall’11,9% al 9,4%. Un forte impatto ha avuto inoltre la campagna governativa sulla popolazione locale, i Maori, tra i quali il fumo è un’abitudine molto radicata. Negli ultimi mesi, infatti, il passaggio alla sigaretta elettronica ha fatto registrare nella comunità indigena un calo dal 28,7% al 22,3%.
“Ora abbiamo la prova che il vaping sta contribuendo a ridurre i tassi dei fumatori”, ha dichiarato Deborah Hart, direttrice di Action for Smoking and Health (Ash). La sigaretta elettronica gioca un ruolo fondamentale per la buona riuscita del piano dell’esecutivo neozelandese, rivelandosi un valido supporto a provvedimenti come le iniziative anti-fumo, i pacchetti neutri e l’aumento delle imposte sul tabacco.
A riprova di quanto svapare sia un efficace strumento anti-smoke, il numero dei fumatori Maori di sigaretta elettronica nel corso della stagione 2020/2021 è aumentato del 3,5%. Attualmente la soglia dei cittadini neozelandesi che utilizzano quotidianamente l’e-cig è salita al 6,2%. Confortanti anche i dati sui giovani, con l’ultimo rilevamento che conferma un calo dal 12,9% all’8,1%.
Inoltre, stando a una ricerca realizzata da Ash e dall’Università di Auckland, l’utilizzo regolare della sigaretta elettronica è limitato soprattutto a chi già aveva l’abitudine di fumare.
La Nuova Zelanda mostra così di aver elaborato una strategia efficace, basata sulla pianificazione di campagne valide e mirate. Una nota di merito va in particolare al sito del Ministero della salute “Vaping Facts”, attivo dal 2019, e agli spot istituzionali per convincere anche i fumatori più incalliti a convertirsi appunto al vaping.
Il caso neozelandese è la dimostrazione di quanto le politiche moderate e non punitive siano la chiave del successo delle campagne anti-fumo. Attraverso simili azioni si potrà promuovere sempre più l’uso della sigaretta elettronica tra la popolazione e contrastare il tabagismo. Siamo nel bel mezzo del passaggio da un prodotto estremamente dannoso per i nostri polmoni ad uno decisamente meno problematico. Ora sta agli altri Paesi seguire l’esempio della Nuova Zelanda.