Il gaming come soluzione per affrontare l’emergenza sanitaria. È l’indicazione fornita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) con la campagna media #PlayApartTogether. È un’esortazione a rispettare le norme di distanziamento sociale, conservando comunque i legami interpersonali. Sono in calendario eventi dedicati, esclusive, ricompense in-game e addirittura giochi distribuiti gratuitamente.
L’iniziativa, ufficializzata qualche ora fa, vede la World Health Organization avvalersi del supporto di numerose realtà di settore, fra le quali Activision Blizzard, Kabam, Snap Games, Amazon Appstore, Maysalward, Twitch, Big Fish Games, Playtika, Unity, Dirtybit, Pocket Gems, Wooga, Glu Mobile, Riot Games, YouTube Gaming, Jam City, SciPlay e Zynga.
Che il gaming testimoni come il distanziamento sociale non equivalga all’isolamento è una verità nota a qualsiasi giocatore almeno dai tempi del multiplayer. Che a incoraggiarne la pratica sia però l’Oms è significativo, visto che lo scorso 22 gennaio l’organizzazione aveva inserito il “gaming disorder” nell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems.
Ce ne fosse il bisogno, è la conferma definitiva di come l’identificazione ufficiale della dipendenza videoludica servisse soprattutto agli operatori sanitari per “prevedere la sua causa e identificare gli interventi di prevenzione e trattamento più appropriati”, aveva spiegato ai tempi Vladimir Poznyak, il coordinatore del Dipartimento di salute mentale e abuso di sostanze dell’Oms.
Dal canto proprio e ben oltre la finzione digitale, l’industria italiana di settore ha anche attivato una raccolta fondi a favore della Croce Rossa, supportata da editori, sviluppatore e streamer. Attiva fino a venerdì 3 aprile, richiederà giusto il tempo di un click fra una partita e l’altra.