Digitale, l’Italia cresce in Europa. La connettività è in crescita ma le PMI ancora indietro

 Digitale, l’Italia cresce in Europa. La connettività è in crescita ma le PMI ancora indietro

L’Italia accelera nel processo di digitalizzazione, bene per connettività e integrazione tecnologica ma ancora in ritardo sul capitale umano e le Pmi. A confermare questa tendenza sono i risultati del DESI, l’indice annuale dell’Unione Europea della digitalizzazione dell’economia e della società. Nel 2022, infatti, l’Italia guadagna il 18esimo posto tra i 27 stati membri, avanzando di due posizioni rispetto all’anno precedente ma sono ancora tante le criticità da superare. Persino i paesi più digital friendly d’Europa hanno dimostrato lacune in alcuni settori chiave: tra questi l’intelligenza artificiale e l’uso dei big data.

LA DIGITALIZZAZIONE IN UE

Le cosiddette “competenze digitali di base” sono vanto solo del 54% degli europei tra i 16 e i 74 anni. “Sebbene 500mila specialisti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) siano entrati nel mercato del lavoro tra il 2020 e il 2021, i 9 milioni presenti in Ue non sono sufficienti per colmare le carenze delle aziende” commenta la commissione. L’obiettivo dell’80% nel 2030 sembra dunque ancora lontano.

“Durante la pandemia di Covid, le aziende hanno aumentato il loro uso di soluzioni digitali e l’uso del cloud computing coinvolge ora il 34% di loro, ma solo l’8% delle aziende utilizza l’intelligenza artificiale e il 14% i big data (obiettivo: 75% nel 2030). Tra le Pmi, solo il 55% ha raggiunto almeno un livello di digitalizzazione di base rispetto all’obiettivo del 90% entro il 2030. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per garantire che tutte le Pmi, i settori economici e le industrie dell’Ue dispongano delle migliori soluzioni digitali”, ha auspicato il commissario per il mercato interno, Thierry Breton.

LA DIGITALIZZAZIONE IN ITALIA

“I progressi, sul 5G e la connettività – assicura il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao – sono i primi passi di un percorso che ci porterà entro quattro anni tra i Paesi di testa dell’Ue grazie agli investimenti del Pnrr”.  Nel 2020 l’Italia era a un passo dalla maglia nera d’Europa, venticinquesima in classifica. Lo sviluppo del digitale nel nostro paese viaggia a ritmi sostenuti.

“È assolutamente necessario un deciso cambio di passo nella preparazione dell’Italia in materia di competenze digitali e specialisti Ict”, ammette Bruxelles, che sottolinea il dato secondo cui  “oltre la metà dei cittadini italiani non dispone di abilità digitali di base” e “la percentuale degli specialisti digitali nella forza lavoro è inferiore alla media”.

Nel capitale umano, infatti, il nostro paese si piazza al 25esimo posto. Il problema riguarda anche l’offerta dei servizi pubblici digitali. Il processo di digitalizzazione delle imprese avanza, con il 60% delle Pmi che ha ormai raggiunto almeno un livello base di intensità digitale e con il cloud in aumento, ma la diffusione di big data e intelligenza artificiale mostra ancora dei limiti.

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