Grapey è il nuovo brand di cosmetica che nasce dagli scarti della catena enologica
La salute e il benessere sono diventati temi centrali negli ultimi anni e vengono sempre più
incorporati nella quotidianità della beauty routine: la cura di sé e la scelta dei migliori
prodotti per la cura del proprio corpo come leve per il benessere psicofisico e per la
riduzione dello stress è un trend forte e lo sarà per i prossimi anni.
Oltre ad aver più cura di sé stessi, si fa sempre più attenzione agli ingredienti dei prodotti che si acquistano: secondo un’ indagine di Cosmetica Italia, l’associazione di categoria, un quarto dei consumi cosmetici del nostro Paese è generato da prodotti naturali e sostenibili. Nel 2021 la spesa per questo tipo di prodotti, infatti, ha registrato un valore superiore ai 2,6 miliardi di euro, in aumento del 12,6% rispetto ai due anni precedenti con un fatturato di oltre 1,8 miliardi di euro, in crescita dell’11,7%.
I cosmetici realizzati con ingredienti naturali, dunque, piacciono sempre di più non solo perché più rispettosi della pelle e altamente performanti, ma anche e soprattutto per l’impatto positivo generato sull’ecosistema.
Ne è una dimostrazione Grapey, brand che lancia sul mercato cosmetici di alta qualità sfruttando gli infiniti benefici dell’uva grazie a un processo di upcycling cioè dando nuovo
valore agli scarti di produzione della catena enologica, come ad esempio vinacce e uva
acerba, avanzi produttivi ancora ricchissimi di proprietà.
Nato da un’idea di Luca e Sara Menato, già fondatori di Sommelier Wine Box, il club online del vino, Grapey è un nuovo progetto che rompe il tabù della cosmetica di qualità come
“esclusivamente femminile” e presenta subito due linee dedicate: una per la donna e una
per l’uomo.
“Che l’uva abbia tantissime proprietà lo si studia fin dall’Ottocento. Sono tanti i ricercatori che nei secoli hanno sempre più approfondito le caratteristiche benefiche di questo frutto.
In tempi recenti si è distinta una ricerca dell’Università di Padova, guidata da Anna Lante e incentrata sulle proprietà antiossidanti delle vinacce, che ha portato alla pubblicazione di varie novità.L’idea di Grapey è nata proprio dallo stimolo offerto da questi e da
altri studi” spiega Sara Menato, co-fondatrice di Grapey.
Chi dice che dall’uva può nascere solo il vino?
Dell’uva, si sa, non si butta via niente: il frutto della vite è un perfetto esempio virtuoso di economia circolare.Dai grappoli raccolti nelle vigne non si ricava solo il vino, ma anche alcol, mosti. budini e tanti altri sottoprodotti, come lo zucchero d’uva che finisce nelle confetture o come sostanza che funge da colorante nelle bibite.
Dalle vinacce esauste si producono, poi, le grappe.
Ma non solo. L’uva in cosmesi trova la sua applicazione già da qualche decennio, come ingrediente principale di molti prodotti skin care. Grapey la elegge a elemento chiave e propone una linea di cosmetici di alta qualità con principi attivi estratti dall’uva di scarto. I suoi punti di forza sono quindi i prodotti ossidanti e anti-age, nei quali Grapey estrae valore da tutti gli elementi che durante la lavorazione dell’uva vengono generalmente scartati -come l’uva acerba scartata, i vinaccioli, le vinacce alla fine del ciclo produttivo- ma ricchissimi di attivi.
“Le proprietà benefiche dell’uva sono numerosissime: per fare qualche esempio, i polifenoli che vi sono contenuti svolgono un ruolo antiossidante e anti-età importantissimo, la presenza di importanti vitamine e aminoacidi è preziosa per ristabilire l’elasticità del tessuto connettivo, mentre i sali minerali migliorano il ricambio cellulare. Così come la buccia
dell’uva protegge il grappolo dai raggi UV, allo stesso modo vogliamo che le creme Grapey
facciano da scudo alla pelle, proteggendo e rivitalizzando l’incarnato di tutti, uomini e donne”
aggiunge Luca Menato, co-fondatore di Grapey.