La connettività corre: tra tre anni una connessione su 6 sarà 5G
Nel 2023 i servizi mobili di quinta generazione saranno parte integrante del tessuto economico mondiale. Una previsione attendibile dello scenario futuro fatta da Cisco, che nuovo Annual Internet Report analizza lo stato dell’arte delle reti Wi-Fi, fisse e di telefonia cellulare, con proiezioni su crescita degli utenti, prestazioni della rete e tendenze.
Se guardiamo allo scenario globale, il dato di sintesi forse più importante, oltre alla percentuale di popolazione mondiale che avrà accesso a Internet (il 66%, per circa 5,3 miliardi di persone) e quella raggiunta dalle reti senza fili dal 2G al 5G (oltre il 70%), è il seguente: entro i prossimi tre anni la tecnologia 5G supporterà oltre il 10% di tutte le connessioni mobili, con una velocità media in download di 575 megabit al secondo, ovvero 13 volte in più rispetto all’attuale capacità garantita dalle reti Lte di quarta generazione.
Circa 44 milioni di utenti Internet (pari al 73% della popolazione attiva) e 52 milioni di utenti mobili (l’87% della popolazione): questi i numeri che fotografano l’Italia connessa del 2023, numeri che evidenziano un balzo notevole di chi naviga in Rete (nel 2018 gli internauti erano 37 milioni) e uno stallo da “saturazione” per chi utilizza un telefonino.
In Italia si conteranno fra tre anni 25,5 milioni di connessioni 5G, il 14,8% del totale; la parte del leone la faranno ancora le reti 4G (con il 49%) mentre la restante fetta di connessioni se la divideranno i network 3G (il 9,9%) e le reti wireless a bassa potenza che alimentano, per esempio, le comunicazioni dei sensori (il 26,4%).
Sono impressionanti, e non è una novità, i dati che confermano la grande predisposizione degli italiani per i device digitali. Nel 2023 saranno infatti ben 511 milioni gli apparecchi collegati a Internet attivi nel nostro Paese, rispetto ai 305 milioni di due anni fa. Ogni persona ne disporrà in media di 8,5. A questa dotazione si deve aggiungere quella dei dispositivi mobili, che saliranno a quota 172 milioni (dai 107 milioni del 2018) per una media di 2,9 a persona.
Se una delle “piaghe” che per anni ha caratterizzato (in negativo) il processo di digitalizzazione del sistema Paese era la velocità di connessione, entro il 2023 questo limite rischia di diventare un falso problema. E smettere di essere un alibi per i progetti di e-government e di innovazione di aree rurali o interi settori non portati a termine.
Sul fronte mobile, infine, la velocità media è stimata in 66,7 megabit per secondo (dai 17 di due anni fa) mentre quella “garantita” dalle nuove reti 5G toccherà i 690 Mbps. Chi non avrà avuto ancora modo, fra tre anni, di entrare in possesso di un terminale di quinta generazione potrà accontentarsi delle reti 4G, la cui capacità è prevista possa salire mediamente a 65,3 Mbps, con un salto di 2,6 volte rispetto alla velocità registrata nel 2018.