Pronto il sistema di tracciamento dei contatti Covid di Apple e Google
È stata ironicamente ribattezzata “Gapple” la collaborazione di Apple e Google sul Covid-19. E ora che ha terminato il suo lavoro, tocca ai produttori di app nazionali attivarsi per sfruttare le nuove tecnologie di tracciamento. In una nota si legge che a partire dal 20 maggio la “tecnologia di notifica di esposizione è disponibile per le autorità sanitarie sia su iOS che su Android”.
Ciò che è stato creato, spiegano i due colossi, non è un’app: si tratta di un’interfaccia (API) che verrà integrata dalle autorità sanitarie nelle loro app”. Finora 22 Paesi hanno scelto di usare la tecnologia di Gapple tra cui l’Italia. Come dichiarato dal ministro dell’innovazione Paola Pisano l’app Immuni che verrà realizzata dall’italiana Bending Spoons utilizzerà la loro tecnologia sarà pronta entro fine mese.
Ogni utente può decidere se attivare o meno la notifica di esposizione; il sistema non raccoglie né utilizza la posizione dell’utente; e se a qualcuno viene diagnosticato COVID-19, sta a questa persona decidere se segnalarlo o meno nell’app dell’autorità sanitaria. Grazie alle nuove API le applicazioni selezionate dai Governi – e solo ed esclusivamente quelle – potranno lavorare all’interno di entrambi i sistemi operativi.
La notifica di esposizione (exposure notification) nasce per avvisare rapidamente le persone nel caso fossero state esposte al virus. Il sistema quindi rappresenta una componente del processo di tracciamento dei contatti delle autorità sanitarie che contattano, diagnosticano, assistono e consigliano le persone che potrebbero essere entrate in contatto con una persona contagiata.
L’efficacia di queste app è tuttavia tutta da verificare. Come ha scritto ieri la rivista Nature l’efficacia di queste app è ancora tutta da verificare. Un articolo in pre-prpint di un gruppo dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, ha suggerito che una soglia di adozione del 60% della popolazione può portare un focolaio sotto controllo.