Team building: secondo l’indagine di Urban Sports club gli italiani lo vogliono sportivo!
In un momento come quello attuale, dove prevale lo smartworking e le occasioni di aggregazione sono fortemente limitate e ridotte, anche il rapporto e il contatto con i colleghi sembrano risentirne. Ma come stanno reagendo i dipendenti italiani e quali strumenti stanno adottando le aziende per stimolare la coesione e l’interazione? Che ruolo hanno e potrebbero giocare le attività di team building? Urban Sports Club, l’applicazione leader in Europa per l’accesso a più di 8.000 centri fitness, ha provato a rispondere a queste domande, conducendo un’indagine tra i propri utenti volta ad indagare l’importanza e il valore del team building e a capire meglio quali sono le lacune che risentono di più in questi mesi di pandemia.
Lo smartworking richiama alla socialità e all’interazione
Secondo la ricerca di Urban Sports Club, dallo scorso marzo quasi 7 lavoratori su 10 (68%) non sono più tornati regolarmente in ufficio, continuando a svolgere la loro attività da remoto. Tutto ciò a scapito di momenti di condivisione e aggregazione. A risentire maggiormente delle forti limitazioni imposte riguardanti soprattutto le occasioni di socialità e confronto, sono i lavoratori che operano in team e sono abituati ad un contatto e interscambio continuo con i propri capi e colleghi. La quasi totalità (90%), infatti, ha affermato che la diminuzione di socialità con i propri colleghi ha inciso in maniera significativa in questo periodo. Hanno affrontato invece con più serenità le restrizioni i dipendenti abituati a svolgere in autonomia le proprie mansioni o coloro che lavorano in solitudine: tra questi, per 7 su 10 (70%) il lavoro da remoto e l’assenza di interazione con i colleghi sono stati vissuti con pochi disagi e in tranquillità.
Team building: gli italiani lo vogliono sportivo
Non è un mistero che un ambiente di lavoro accogliente e un buon affiatamento con i colleghi siano elementi importanti nella quotidianità lavorativa, tanto che oltre un dipendente su due (52%) supporta fortemente le attività di team building, in quanto favoriscono coesione e confronto, mentre il 44% ne sottolinea l’efficacia in quanto portatrici di effetti positivi in molti ambiti che riguardano la quotidianità della loro professione.
Quando si parla di attività di condivisione, i lavoratori italiani non hanno dubbi, al primo posto c’è lo sport (55%), che contribuisce a creare affiatamento nei partecipanti, aiuta a sviluppare motivazione e determinazione, stimolando anche una sana competizione, senza tralasciare il benessere fisico. L’attività sportiva, quindi, conquista in maniera indiscussa il primo gradino del podio. A seguire, con deciso distacco i workshop e i corsi di formazione professionale (26%) mentre la medaglia di bronzo è contesa tra sessioni di yoga e meditazione (24%) e attività culinarie, dalla degustazione al mixology. Tra i dipendenti tricolore c’è chi vorrebbe anche cimentarsi in quiz e attività di puro gioco insieme ai propri colleghi (21%) e chi invece opterebbe per qualcosa di poco impegnativo, come un aperitivo virtuale (16%). Fanalino di coda invece per le attività musicali, scelte solo dal 3% degli intervistati.
Tanti i benefici apportati da queste attività, ma le aziende non hanno ancora compreso questo scenario.
Come rispondono, quindi, le realtà aziendali italiane?
La parola d’ordine per le organizzazioni – grandi e piccole – è “si può fare di più”. Sì perché complici il lockdown, le forti restrizioni vigenti e lo smartworking, 5 aziende italiane su 10 (50%) hanno sacrificato queste iniziative, prediligendo riunioni e scambi virtuali puramente lavorativi e di aggiornamento sul business, mentre il 27% ha limitato le occasioni di interazione anche in via telematica sebbene il 79% degli intervistati abbia confermato la propensione della propria azienda ad organizzare, più o meno regolarmente e in tempi non sospetti, attività di team building e occasioni di incontro tra i dipendenti.
Una pratica da recuperare assolutamente in quanto il 52% dei rispondenti considera “importantissimo” effettuare attività di team building. Percentuale a cui si affianca un’ulteriore 44% che la ritiene “abbastanza importante”.
“In un periodo come quello attuale, pieno di incertezze e dove la sedentarietà e l’isolamento hanno inevitabilmente il sopravvento, chi lavora a casa o in azienda ha voglia e bisogno di muoversi e condividere” spiega Filippo Santoro, Managing Director per l’Italia di Urban Sports Club. “Noi di Urban Sports Club abbiamo la risposta a quello che chiedono i dipendenti, in quanto siamo in grado di fornire alle aziende uno strumento utile e flessibile per migliorare i nuovi stili di lavoro attuali. Attraverso la nostra ampia e variegata offerta di corsi con abbonamenti flessibili, che abilitano l’accesso a più centri e discipline diverse in molte città italiane ed europee, prevediamo una soluzione ideale e su misura, che rispecchi le esigenze dell’azienda e i bisogni dei suoi dipendenti. Offriamo un approccio innovativo e dinamico al fitness e al wellbeing aziendale, per permettere ai team di rimanere uniti tenendosi in forma, con attività sportive che riaccendano la motivazione, rafforzino lo spirito di squadra, aiutino la concentrazione e stimolino anche la sana competizione, un’esigenza che si afferma in maniera ancora più chiara in questo momento”.
L’offerta di sport aziendale di Urban Sports Club è un’ampia e diversificata selezione di attività fitness che soddisfa gli interessi di tutti i tipi di aziende e di dipendenti.