Il 2020 è indubbiamente l’anno del covid e del lockdown, un anno intenso in termini di stravolgimento, ma anche di progetti e ricerca di cambiamento, che lascia spazio anche ai buoni propositi. UM Universal McCann, agenzia media internazionale e parte del gruppo IPG Mediabrands, ha affrontato il momento storico nel quale ci siamo ritrovati, a partire da febbraio, cercando di rispondere concretamente alle nuove esigenze dei propri clienti, Il posizionamento dell’agenzia, virato da tempo verso un approccio più consulenziale nei confronti degli stessi clienti, ha sempre cercato di dare dei riferimenti utili, una vera e propria bussola, in un momento assolutamente disorientante per tutti.
Carlo Messori Roncaglia, CEO UM Italy, analizza lo stato attuale del settore media e dell’agenzia che guida, proponendo un resoconto dei primi dieci mesi di questo sfidante anno. “Non è stato sicuramente facile, inutile negarlo, ma per come sembrava che potessero andare le cose, a marzo-aprile, in cui c’è stato l’apice del panico, oggi i nostri clienti attuali hanno ri-pianificato le attività, dando fiducia al futuro e implicitamente a noi che- come consulenti- abbiamo fornito dati, ricerche ed evidenze sul mercato e sulle aspettative dei consumatori nei confronti delle aziende”. La previsione sugli investimenti media di UM è in linea con quanto dichiarato anche da diversi enti ed associazioni di settore che evidenziano segnali di ripresa. “Probabilmente in questo, hanno influito molti fattori, – spiega Messori, tra cui la ripresa del campionato di calcio, la voglia di parlare Italia, di Italianità, di vicinanza, di positività e la crescita di alcuni tipi di consumo”.
“Stiamo constatando – continua Messori – che le aspettative delle aziende nei nostri confronti stanno cambiando. I clienti ci chiedono di agire secondo logiche sempre più virate nei confronti della consulenza, della flessibilità e anche del coraggio, visto che sono saltati tutti i paradigmi. Indubbiamente il mondo del digitale e dei dati ci possono venire incontro ed è proprio lì che noi stiamo puntando i nostri sforzi”, Non si può negare che la pandemia abbia portato con sé un’accelerazione digitale, un maggiore utilizzo delle tecnologie per lavorare, giocare, studiare e per rimanere in contatto con gli altri determinando nuove abitudini digitali. Questa trasformazione non sarebbe stata possibile, così velocemente, in un anno normale.
L’impiego del digitale influisce sul comportamento dei consumatori in modo nuovo e inaspettato. “UM sta cercando di affrontare al meglio il momento, anche con lo sviluppo di una serie di tool molto attuali, come il Demand Recovery Forecaster, capace di dare delle risposte predittive basate sui dati. In questo caso, parliamo di uno strumento previsionale in grado di mettere in relazione 3 variabili: l’evoluzione della pandemia con l’andamento della domanda in alcuni specifici settori merceologi con le tendenze culturali mediatiche. Questo fa sì che si possa stimare con 8 settimane di anticipo, quale sarà l’andamento della domanda in quello specifico settore, tenendo conto anche di questi eventi esogeni. Le attività devono quindi raggiungere il nuovo grado di trasformazione per restare al passo con i tempi e non farsi trovare impreparate. É qui che interviene la consulenza di un’agenzia in grado di interpretare correttamente il momento attraverso dati e insight”.
Messori conclude commentano anche l’ingresso di new business nel portfolio clienti: “In questo anno abbiamo fatto anche acquisizioni importanti, per esempio Emirates, Iberdrola, Energizer e stiamo portando avanti diversi pitch locali e internazionali che pensiamo possano essere promettenti e che confermano come il nuovo posizionamento “FUTURE PROOF”, alimentato dai nostri nuovi strumenti, sia una carta vincente. Non è ancora il momento di bilanci definitivi, ma guardiamo al futuro di UM con positività, sapendo che abbiamo tutte le armi e gli strumenti per competere in questa arena sempre più sfidante”.